Le riflessioni di Bartolomeo Bovetti, tra passato e presente, sulla Mostra Nazionale della razza bovina Piemontese

Fare memoria percorrendo i quasi cinquant’anni di Mostra nazionale bovini di razza Piemontese significa, per chi ha vissuto intensamente questo lungo periodo, immergersi in un mare di ricordi che fanno rivivere e ti proiettano quasi per incanto in un mondo fatto di storie e avvenimenti, uomini e personaggi che via via hanno caratterizzato il succedersi delle manifestazioni nel corso di questo mezzo secolo di tempo.

La Mostra nasce negli anni settanta prima regionale poi nazionale, il vecchio foro boario di Cuneo rappresenta il punto di aggregazione di un imponente numero di animali (650/700) che confluiscono dal giovedì…per venire sistemati da un esercito di controllori (tecnici di campagna addetti al controllo funzionale) i quali già fin dal lunedì avevano provveduto ad ordinare le poste  con paglia e fieno, legare i teloni, sistemare la numerazione ecc ecc ecc: le disposizioni operative giungevano via megafono dal capo ed erano eseguite con prontezza ed efficienza, senza esitazioni pena un “cazziettone” sempre via megafono.

Dal venerdì si dispiegava la manifestazione con le valutazioni in ring affollati per giungere al finale della domenica con la proclamazione dei campioni. A seguire pranzo e discorsi al Cavallo nero che per tutta la settimana era stato il quartiere generale per gli ospiti, (alcuni pure imbucati) e per gli addetti ai lavori.

La settimana era alquanto intensa e ricca di momenti indimenticabili… sarebbero necessarie pagine per raccontare la manifestazione in tutte le sue espressioni ricche di episodi di genuina umanità ma anche di passione e competenza: tutto bello e coinvolgente, facile quindi oggi cedere alla retorica nostalgica del “come una volta…”

Ad onore del vero oggi la Mostra nazionale rappresenta, nella continuità con il passato, un evento importante sotto il profilo zootecnico costruito attraverso un percorso di crescita continua, sia sotto l’aspetto organizzativo sia come qualità dei soggetti presenti; si vedono oggi nel ring animali omogenei ben preparati, addestrati a sfilare, il giudizio al termine delle valutazioni è motivato con una esposizione chiara tecnicamente sostenibile. Più in generale gli animali esposti rappresentano anche per i non addetti ai lavori l’espressione finale e tangibile della qualità della razza bovina Piemontese frutto della peculiarità dell’allevamento in tutte le sue articolazioni e in particolare della capacità degli allevatori a perseverare nel loro lavoro nonostante le difficolta e le incertezze.

La Mostra deve quindi rappresentare motivo di speranza, ma anche offrire un contributo per “dare valore” in termini economici, questo è l’obiettivo finale da raggiungere passo dopo passo, non servono proclami, occorre “ progredire” un verbo che non significa vincere contro qualcuno o contro qualcosa, ma insieme crescere in progressione così come è stato fatto con la Mostra nazionale della razza bovina Piemontese.

Bartolomeo Bovetti