06 Ott Assemblea Arap. Il mondo degli allevatori strategico nella pandemia, ma vanno difesi i prezzi dei prodotti alla stalla. 6400 soci Arap, 341 mila capi controllati (controlli funzionali). Andamento positivo per il Laboratorio di analisi e per l’assistenza tecnica specialistica.
CUNEO. Per il terzo anno consecutivo il bilancio dell’Associazione regionale allevatori (Arap) chiude con una marginalità positiva. In particolare, per quanto riguarda il risultato economico del 2020, portato all’approvazione unanime dei soci venerdì scorso al Miac di Cuneo, si evidenzia una marginalità positiva di 42 mila euro su un fatturato di 13 milioni 200 mila euro.
E’ un dato che assume maggior valore considerando il periodo storico della pandemia che ha segnato i mesi trascorsi, ed il mantenimento delle quote associative, praticamente invariate da inizio degli anni 2000.
“Questo risultato – ha sottolineato il presidente Arap Roberto Chialva – è conseguente alle azioni intraprese nella fase di riorganizzazione su base regionale e poi interregionale con la presa in carico della Liguria. Azioni finalizzate al contenimento dei costi di gestione e all’ottimizzazione delle risorse umane e tecniche, ma anche di sviluppo dei servizi in particolare del laboratorio di analisi, dei recapiti del seme e dell’assistenza tecnica”.
Sull’attività del Laboratorio, che ha sede presso l’Arap a Madonna dell’Olmo di Cuneo, è intervenuto il responsabile Daniele Giaccone. “Dal 2018 al 2020 – ha spiegato – i rapporti di prova si sono incrementati da 25 mila a 43 mila, con una crescita importante dei servizi e del fatturato. Si è intensificata inoltre – ha aggiunto Giaccone – la collaborazione con l’Istituto Zooprofilattico, e il Laboratorio ha ottenuto nuovi riconoscimenti e accreditamenti in merito ai sistemi di gestione della qualità”.
Nel corso dell’assemblea è rimbalzato a più riprese il tema dell’emergenza sanitaria, i cui effetti si sono riversati anche sul sistema allevatoriale. “Gli effetti della pandemia – ha affermato Chialva – confermano l’importanza dell’agricoltura e segnatamente del comparto zootecnico, classificato come strategico. Questo ruolo importante del settore zootecnico non ha però trovato riscontro nella redditività delle nostre produzioni, che ha subito preoccupanti e continue riduzioni, specie per quanto riguarda la razza bovina Piemontese, tuttora sotto pressione per l’andamento negativo dei prezzi degli animali alla stalla. Il mondo latte, in virtù di filiere ben strutturate e potendo contare su mercati più allargati grazie all’export, è riuscito a mantenere a buoni livelli la domanda dei prodotti lattiero-caseari”.
Qualche numero. Attualmente i soci Arap sono circa 6400, cifra che pone ai vertici nazionali l’associazione Piemonte-Liguria. Nel corso del 2020 sono stati sottoposti a controllo funzionale oltre 341 mila capi, con particolare riferimento al comparto dei bovini da carne ma anche a quello del latte. L’Arap conta 3.965 allevamenti soci della razza bovina Piemontese, per un totale di 275 mila capi iscritti al Libro Genealogico di cui oltre 130 mila fattrici. Segue la razza Frisona italiana, con 883 allevamenti per 112 mila capi. In trend d’aumento la Pezzata Rossa italiana: 338 aziende per un totale di circa 7500 capi. Consistente il patrimonio ovicaprino rappresentato dall’Arap, che conta su circa 400 allevamenti e oltre 30 mila capi. Sia per i bovini che per gli ovicaprini spiccano le iniziative mirate alla tutela della biodiversità, che interessano molte razze bovine e ovicaprine a limitata diffusione presenti in Piemonte e Liguria.
Osservatori attenti in platea, sono poi intervenuti Angelo Ferrari direttore generale dell’Istituto Zooprofilattico Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, i funzionari Emanuele Parzanese della Regione Piemonte e Franco Formigoni per la Regione Liguria, nonché i rappresentanti dei sindacati agricoli, Franco Ramello (Coldiretti) e Gian Piero Ameglio (Cia), i quali hanno ribadito la necessità di garantire la sostenibilità degli allevamenti a tutti i livelli, compreso quello economico.
Andrea Quaglino, direttore di Anaborapi, l’associazione nazionale della razza Piemontese che gestisce il Libro Genealogico, ha fornito un’indicazione preziosa. “Abbiamo pagato più di tutti, in termini commerciali, il problema pandemia. Per uscirne, non dobbiamo guardare soltanto alla grande distribuzione ma svolgere azioni a largo raggio su tutte le tipologie di mercato, dalle macellerie alla ristorazione. Abbiamo un prodotto di eccellenza che va tutelato e valorizzato”.
Chiusura d’obbligo con il direttore Arap Tiziano Valperga, che ha ripreso, facendo sintesi, i fili del dibattito. “Il sistema allevatori italiano si sta compattando per poter affrontare le sfide tecniche più volte ricordate, per le quali le componenti dell’innovazione, della digitalizzazione, della formazione e della ricerca applicata saranno fondamentali sia per i soci che per il personale. Noi come Associazione stiamo facendo la nostra parte, con un forte orientamento verso la sostenibilità ambientale ed economica, cardini della transizione ecologica in atto. In questo percorso quotidiano di grande lavoro e impegno voglio ricordare, assieme al nostro vertice e all’intero organico, il ruolo importante svolto, nell’ambito riorganizzativo, dai capi area Battista Camisassa e Michele Traverso. E dico un grazie sincero ai nostri soci allevatori, che non si tirano mai indietro e stanno inserendo nelle loro aziende figli e nipoti. Questo significa credere ed investire nel futuro.